martedì 12 giugno 2018

RACCONTI DEL TORNEO (4) - Personaggi

Testi originariamente pubblicati sulle varie edizioni del foglietto informativo 2017.

31. “Irongirl” Gariboldi e “Ironman” Galli
7/7/17: data adatta a eventi storici. E infatti... Valentina Gariboldi era assente fra i Belli Freschi. La 30enne guardia, quarta miglior marcatrice di tutti i tempi al torneo, non aveva mai saltato una partita in 11 edizioni; 64 le sue presenze consecutive! Si è interrotta così una serie probabilmente imbattibile: non avere mai un malanno o un altro impegno (siamo pur sempre a luglio, tempo di esami universitari, di weekend al mare, eccetera), per più di 60 volte, è da assoluta “irongirl” oltre che da vera amante del torneo, che ha vinto nel 2010 e onorato con tante ottime prestazioni.
L'“ironman” del Memorial Mauri, anche perché negli ultimi anni si è dato allo sport che porta questo nome, è Umberto Galli, leader storico dei Fuskugnaska-mukula: non è in testa alla classifica delle presenze solo perché fino al 2002 non si teneva il conto. Ma lui ha partecipato a tutte le edizioni tranne una; fino a pochi anni fa c'era anche la moglie Tiziana Cattaneo. Classe 1967, non può più essere il brillante play e realizzatore di una volta, ma qualche minuto di gioco continua a ritagliarselo. E lo scorso anno ha coronato il lungo inseguimento al titolo di campione con i suoi “Fusku”.

32. “Prezze” 49 punti, come lei nessuna mai
Alla sua prima partita a Binzago, nel 2012, aveva solo 19 anni ma non si fece problemi a litigare con Masha Maiorano, regina indiscussa del torneo: si capì subito che Giulia De Cristofaro, detta “Prezze”, aveva la personalità che serve per imporsi al Memorial Mauri. Oltre a doti realizzative che l'hanno resa protagonista di 4 memorabili edizioni con la Gnocca Fritta e Affettati, la sua squadra, durata fino al 2015. Con 18 punti tondi di media è seconda nella classifica di tutti i tempi dietro Milica Micovic, una che nel basket “vero” ha giocato a livelli ben più alti (tanti anni in A1, mentre De Cristofaro non è mai andata oltre la terza categoria). Ma a Binzago “Prezze” non era seconda a nessuno, come dimostrò il 5 luglio 2014, quando stampò 49 punti contro i Quelli Lì (attuali Monstars). Nonostante stesse bastonando i ragazzi di casa che cercavano la qualificazione, il pubblico finì per applaudire i suoi ultimi canestri, conquistato dal suo show di triple e penetrazioni. Considerando che nessun'altra giocatrice ha mai toccato i 40, non sarà un primato facile da battere...


Giulia De Cristofaro festeggia i suoi storici 49 punti nel 2014

33. Quando Gigi ne mise 52
Il record assoluto di punti in una partita al torneo dura da ormai 9 anni: nella finale 3° posto del 2008, Gigi Beretta dei Belli Freschi ne stampò 52 nella vittoria sui Pizza Express. Fu aiutato da un supplementare ma la sua prestazione fu devastante, con una serie di entrate di potenza e rimbalzi in attacco (i suoi marchi di fabbrica) senza sbagliare quasi nulla. Gigi, classe 1985, ha debuttato giovanissimo a Binzago, dove ha vinto il titolo nel 2003 e nel 2010. Nel 2009 è stato eletto miglior giocatore. L'ultima sua apparizione è stata lo scorso anno. È ottavo di tutti i tempi sia nelle presenze che nei punti segnati maschili. Irascibile, gli piaceva fare la parte del “duro”, non si dannava l'anima per fare bottino nelle partite poco importanti, ma quando contava davvero non mollava un centimetro, com'è tipico dei veri combattenti.

34. Dove vanno vincono: Ibra & Masha
I supervincitori di Binzago sono Claudia Biscari, Mattia Casati e Mauro Corrada, con 5 titoli a testa. Ma un'impresa altrettanto grande, forse di più, è conquistare 3 volte il Memorial Mauri con 3 squadre diverse. Ci sono riusciti solo due giocatori: Ibrahim Cissé e Masha Maiorano. "Ibra", guardia classe 1984, originario della Costa d'Avorio e cresciuto nel vivaio della seconda società di Cantù (Abc), regalava spettacolo con le sue schiacciate e il suo tiro in sospensione vellutato, ma soprattutto era una garanzia di risultato per le sue squadre, visto che il "triplete" l'ha fatto in sole 4 partecipazioni: 2005 con il Dark Side (attuali Pizza Express), 2007 con gli Amici del Piazz e 2009 con i Ragazzi del Boh Basta. Maiorano, già nella leggenda del torneo per mille altri primati, ha aggiunto pure questo alla sua collezione nel 2016, quando ha trascinato al loro primo titolo i Fuskugnaskamukula dopo aver già vinto nel 2005 e '07 insieme proprio a Ibra Cissé.


Ibra Cissé sfreccia nella finale 2005, il suo primo titolo

35. Mambretti, carisma e canestri
Comparve per la prima volta al torneo nel 2005 (anno del debutto di tante stelle del Memorial Mauri), con il suo tipico “ghigno” e l'altrettanto inconfondibile stile di gioco: Alessandro Mambretti, play-guardia del 1974, faceva sempre canestro. In entrata e in contropiede era inarrestabile, con i suoi mille trucchi per uccellare le difese, utilizzati con altrettanta efficacia sia nel basket “serio” (è stato un ottimo giocatore fino alla Serie B) sia in quello dei campetti di Milano-città. A Binzago lo portò il Cachuccho dello Zio: in 5 partecipazioni, una finale disputata nel 2007 e due corone di miglior marcatore. Ancora suo il record di punti segnati in un'edizione: 175 nel 2005. Non solo una macchina da canestri, però: il “Mambro” non era secondo a nessunoper carisma e personalità, doti che poi ha trasferito nell'attuale carriera da coach. Diventò un vero “aficionado” del torneo, al punto di fare di tutto per giocare nonostante in quelle estati fosse impegnato nei corsi da allievo- allenatore; e ci regalò una grande protagonista come Milica Micovic, che arrivò a Binzago la prima volta in quanto sua “girlfriend” ai tempi...

36. Vitali, l'imprendibile
Tra i protagonisti della dinastia dei Trolli (due titoli e varie altre coppe, l’ultima nel 2012) merita un posto speciale Paolo Vitali, classe 1981, uno dei più devastanti giocatori mai apparsi al torneo. Con i suoi 707 punti è stato a lungo in testa alla classifica marcatori di tutti i tempi. Fu eletto miglior giocatore nel 2006, mentre l'anno dopo, visto che quel premio si può vincere solo una volta, fu inventato per lui un riconoscimento al “più spettacolare”, perché sembrava ingiusto lasciarlo all'asciutto... Velocità e controllo del corpo impressionanti, in contropiede si beveva in pochi attimi il breve spazio del campo all'aperto, ma il suo arsenale era completo anche a difesa schierata: non vinse per caso anche la gara di tiro da 3 punti (2004). Il suo ultimo Binzago fu nel 2011, quando comparve solo per 2 partite, abbastanza per trascinare i Trolli in semifinale.

37. Biscari, la super-vincente
Claudia Biscari, guardia classe 1977, è stata la prima in assoluto (uomini compresi; poi l'hanno eguagliata Mattia Casati e Mauro Corrada) a conquistare 5 titoli di Binzago, completando la “manita” nel 2012 con il terzo alloro dei Ragazzi del Boh Basta dopo averne conquistati già due con i Porrignos, antica superpotenza del torneo poi disciolta. Claudia, colonna storica di Carugate in A2, fu nominata miglior giocatrice del torneo nel 2003; sapeva all'occorrenza recitare un ruolo da protagonista (è settima nella classifica marcatrici di sempre) ma la sua dote maggiore era di saper fare da perfetto collante tra le varie componenti della squadra (non facili da amalgamare in un torneo misto) oltre a quella di mantenere sempre il controllo anche nelle situazioni più calde, in modo che i compagni mantenessero fisso l'obiettivo sulla vittoria. Ecco perché lei è arrivata a 5 trionfi prima di tutti... Oggi la vediamo ogni tanto da spettatrice insieme alla figlioletta che, magari, tra un po' di tempo seguirà le sue tracce.

38. Vendramini, l’insaziabile
Fisico strapotente, immarcabile in avvicinamento a canestro, micidiale da fuori. Mai stanco di segnare, non c'era azione in cui non volesse la palla. Un incrocio tra LeBron James e... Mark Lenders, il "cattivo" del cartone calcistico Holly & Benji. Questo era Dario Vendramini, ala del 1981 dall'Altopiano di Seveso. Meno interessato a difesa e passaggio, non andava d’accordo con tutti, ma con lui si vinceva. La sua prova più memorabile fu nella semifinale del 2007, quando con 35 punti stese i Trolli che non perdevano da 14 partite. Le 4 qualificazioni consecutive alla finale con 3 squadre diverse (nel 2005 e '06 con gli attuali Pizza Express, '07 con gli Amici del Piazz, '08 con i Ragazzi del Boh Basta; due i titoli vinti) sono solo uno dei suoi record. Altri due restano imbattuti: più punti in una finale (43) e maggior media-punti in un'edizione (38,5 nel 2011, quando si presentò con “I Bolliti”). Il primato fra i marcatori maschili di tutti i tempi, invece, gliel'ha tolto Lanzani nel 2016, ma i suoi 825 punti sono durati in testa per ben 4 anni, da quando nel 2012 “il Vendra” passò al comando nella sua ultima apparizione al torneo. Nel 2015 ha giocato qualche partita di campionato con la Pob Binzago.

39. Munafò, l’uomo delle finali
"Le finali le perde solo chi ci arriva", dicono per consolare chi esce sconfitto a un passo dal trionfo. Thomas Munafò a Binzago non ne ha mai avuto bisogno, perché le partite per il titolo le ha vinte tutte. Play-guardia classe 1984, prodotto dell'ABC Cantù, è stato uno degli eroi dell'epopea dei Ragazzi del Boh Basta. Segnò 31 punti nella finale del 2009, 21 in quella del 2011, 28 l'anno dopo, e completò il poker con 24 nell'atto conclusivo del 2013. "Discreto" contributo ad altrettante vittorie. Il suo marchio di fabbrica era la tripla in faccia all'avversario dopo essersi creato spazio con una serie di palleggi e cambi di direzione. Poteva restare tranquillo a lungo, lasciando il palcoscenico ai suoi vari compagni di lusso (come Crisci, Simone e Mattia Casati o “Kerol” Bossi), per poi accendersi all'improvviso con sfuriate realizzative che in pochi minuti spaccavano la partita. È stato miglior marcatore del torneo nel 2010, l'unica edizione che non ha vinto con la sua squadra (perse in semifinale). Ma 4 titoli in 5 partecipazioni non sono una brutta media....

40. Bianchi, dallo scudetto a re di Binzago
All'inizio degli anni Duemila la superstar di Binzago era Alessandro Bianchi. In un'epoca in cui al torneo erano ancora un lusso i giocatori di serie C, lui era di un altro pianeta. Giocava in B1, la terza serie di allora, ma poco prima, nel 1999, aveva fatto parte dei Roosters Varese campioni d'Italia, con Gianmarco Pozzecco e Andrea Meneghin. È stato quindi il primo “scudettato” a partecipare al Memorial Mauri. Classe '77, solo 180 centimetri e leggero, ma esplosivo (una sua schiacciata in contropiede fu il simbolo della finale del 2004), Bianchi era un play-realizzatore con un tiro da 3 che spaccava e una sgusciante abilità in penetrazione. Soprannominato “il Profeta”, era anche gradito alla componente femminile del torneo. Ma soprattutto vinceva: trascinò i Porrignos (squadra oggi scomparsa) ai titoli del 2002 e '04, poi fece il tris con gli Amici del Piazz nel 2007 (anche se non giocò la fase finale). Meno bene gli andò con i Mos Angelini, formazione “tutte stelle” da lui allestita nel 2010 e 2011: uscì entrambe le volte nei quarti di finale. Ma gli fece comunque piacere regalarsi un'ultima recita sul campo dove era stato re.


Alessandro Bianchi sale a schiacciare nella finale 2004

41. Nadia Longoni, l’artista del passaggio
Al torneo di Binzago, dove si gioca liberi, senza schemi né allenatori (salvo eccezioni), è decisamente più praticato il tiro che il passaggio, soprattutto sul campo all'aperto dove gli spazi stretti rendono difficile far girare la palla. Ma lei, Nadia Longoni, playmaker classe 1976, sapeva sempre come inventarsi qualche assist geniale per i compagni. A volte talmente geniale che il destinatario non lo capiva e la palla finiva in tribuna... Ma quando la “pennellata” le riusciva, il pubblico si godeva le sue specialità, come il passaggio dietro la schiena o quello “no look”, cioè guardando da una parte e recapitando la palla dall'altra. E all'occorrenza lei segnava anche: 331 punti in 10 edizioni. Il suo anno d'oro al torneo fu il 2004, quando insieme a Marta Ceppi e “Piastrella” Conti formò un trio femminile perfetto per i Gigagnomi, finalisti a sorpresa. Persero contro i Porrignos di Alessandro Bianchi ma lei fu eletta miglior giocatrice. Ha poi girovagato fra altre 4 squadre (ultima apparizione con la Tazza nel 2014), vincendo poco ma fornendo sempre qualche buon motivo per seguire lei e i suoi imprevedibili passaggi.

42. Fusella, l'uomo che giocò ad Alcatraz
Si era rivelato improvvisamente come uno dei migliori giocatori della Serie C milanese e allo stesso modo sbarcò a Binzago poco conosciuto, ma si impose subito come uno dei più forti in assoluto. Pietro Fusella, classe '89, due metri, capelli rossi, faccia serissima, tutto arrosto e niente fumo. Non gli mancava nulla: movimenti in area da pivot classico, tiro da fuori da lungo moderno. Nel 2010 fu uno dei “colpi” con cui i Pizza Express si rinnovarono alla grande, arrivando imbattuti in finale, anche se poi la persero contro i Belli Freschi. Fusella ha disputato altre 3 edizioni (l'ultima nel 2014), sempre con i Pizza, tenendo l'impressionante media di 20,9 punti a partita: una macchina. Il suo anno d'oro fu il 2012, quando si aggiudicò il premio di miglior giocatore e, già che c'era, sbancò anche la gara di tiro da 3, impresa non da poco per un lungo. In quell'estate era davvero in stato di grazia, al punto che si laureò campione italiano di “King of the Rock”, un torneo internazionale di 1 contro 1, e volò negli USA a disputare la finale mondiale che si teneva nel cortile di Alcatraz, la famosa prigione nella baia di San Francisco. Pare che là facesse un freddo cane: altro che le calde serate binzaghesi...

43. Ivona, personaggio unico
“Ma che ci fanno con 4 uomini in campo?” Questo il commento immediato di molti dei presenti alla prima partita del Cachuccho dello Zio nell'edizione 2007. In realtà uno dei quattro non era un uomo... ma poteva sembrarlo per la stazza imponente, la mascella un po’ squadrata e i capelli tagliati cortissimi (tinti di biondo). Era Ivona Bogoje, pivot della nazionale croata, ai tempi in serie A1 italiana a Maddaloni: 1.92 di altezza, e – si dice, e ci crediamo – 100 chili sollevati abitualmente alla panca. Da leggenda anche il numero di birre consumate nel dopo-partita. In campo non le andò benissimo, perché collezionò solo due sconfitte - contro i Garba Guys per un canestro allo scadere; contro i Trolli sbagliando lei il canestro del pareggio su rimbalzo in attacco - prima di dover salutare il Cachuccho, che poi trovò il modo di arrivare in finale. Di sicuro però, a parte i lati “folcloristici”, rimane uno degli elementi di maggior prestigio ad aver disputato il torneo.

44. Sisa Scarciello, a Binzago il suo meglio
La prima volta che varcò il cancello dell'oratorio di via Manzoni, una sera del 2005, era in ritardo e non di poco: la partita dei suoi Trolli era già verso la metà. Ma Simona “Sisa” Scarciello, da lì in poi, è sempre stata puntualissima come riferimento principale nel gruppo femminile del team che dominò Binzago a metà del decennio scorso. Classe '85, alta, fisico asciutto, tiro dalla media con stile particolare ma efficace, sapeva inserirsi alla perfezione negli spazi (non moltissimi) lasciati dal ciclone Vitali e dagli altri compagni, risultando decisiva in tante epiche vittorie dei Trolli. Da settembre a maggio Sisa era una buona giocatrice (ad esempio in B a Mariano), ma a giugno-luglio sul sacro asfalto binzaghese diventava super, spesso meglio dei blasonati elementi di Serie A che affrontava. Il suo anno magico fu il 2008, quando conquistò il secondo titolo di squadra coi Trolli e fu eletta miglior giocatrice, brillando in particolare con 17 punti nella semifinale vinta sui Pizza Express. In 8 edizioni ha totalizzato 327 punti. Ora vive in Trentino e passa da noi solo per qualche saluto, ma chissà, magari il suo piccolo Romeo troverà spazio nei Trolli del futuro...
(Aggiornamento 2018: per Sisa è in arrivo il secondo erede).

45. Pape Sow, la NBA al torneo
Nell'estate 2014 un gigante nero sta facendo “due tiri” sul campo dell'oratorio di Binzago. Qualcuno dei presenti ha la memoria pronta e lo riconosce: è Pape Sow, senegalese classe 1981, due metri e 8 centimetri, in Serie A qualche anno prima con l'Olimpia Milano, ma soprattutto con un passato nell'NBA: 76 presenze con i Toronto Raptors fra il 2004 e il 2007. Si è trasferito a Cesano Maderno dove la compagna ha aperto un locale. Stringe amicizia con i giocatori della POB, la squadra locale: lo convincono a disputare con loro alcune partite di campionato CSI prima di partire per il Bahrein dove trascorre gli ultimi scampoli di carriera. Dell'insolito “ingaggio” scrive anche la Gazzetta dello Sport. Nell'estate 2015 viene dunque naturale invitare Pape Sow anche al Memorial Mauri, dove sbarca con la maglia dei Pizza Express. Nei quarti di finale segna 27 punti ma non basta contro gli scatenati Non Riusciamo a Stare Senza, che poi vinceranno il torneo. Si ripresenta nel 2016 anche se solo per una partita.


Pape Sow nella serata del suo esordio al torneo.

46. Carera, un argento europeo a Binzago
Il 10 luglio 2012 arriva un rinforzo speciale per i Black Sheep, regolarmente iscritto fin dall'inizio ma non pervenuto nelle prime 3 partite delle "Pecore Nere": è un colosso di 2.06, ha i capelli brizzolati e le orecchie un po' a sventola, fisionomia ben nota a chi seguiva il basket negli anni '80-90. E' Flavio Carera, pivot bergamasco, una lunga carriera in Serie A con 3 scudetti alla Virtus Bologna. Qualche “scudettato” era già venuto al Memorial Mauri, ma mai un ex della Nazionale maggiore: e non uno qualsiasi, ma una medaglia d'argento agli Europei del 1997. Il giorno del suo sbarco a Binzago, Carera ha 49 anni ma è ancora in gran forma: fa parte della Nazionale italiana “Over 45” che l'anno prima ha vinto il titolo mondiale. Contribuisce alla vittoria dei Black Sheep sui Fuskugnaskamukula, senza voler recitare da protagonista, ma divertendosi a fare da “spalla” a una scatenata Jessica Genta, che segna 28 punti trascinando le “Pecore Nere” alla qualificazione. Carera gradisce l'esperienza, come scriverà sui social network l'indomani, ma non potrà giocare i quarti di finale, e dunque il suo resterà il “cammeo di lusso” di una sera soltanto.

47. I grandi schiacciatori
L’asfalto non è la superficie ideale per favorire le schiacciate, ma gli spettatori del Memorial Mauri sono abituati a godersene non poche. Chi ne ha prodotte di più è Davide Colombo: con i suoi 206 cm, nei suoi tempi migliori ne piazzava due o tre a partita con facilità irrisoria. In tempi più recenti i re delle affondate-show sono stati Federico Saini, non a caso detto “Birdman” (spesso e volentieri al volo su assist calibrati dei compagni), e Mattia Franzoni, un lungo e un'ala. Qualche anno prima, spiccò Jacopo Mercante, giovane ala di gran fisico.
Ma tra gli “uomini volanti” ci sono pure le guardie: ad esempio Cesare Pifferi e Ibrahim Cissé, quest'ultimo autore nel 2006 di un memorabile decollo sopra la difesa schierata nella vecchia palestrina di via S. Marco. Nello stesso anno si sfidarono in finale Max Guerrato, “schiacciatore seriale”, e Francesco Cappellotto, meno esplosivo, che però in quella partita gli stampò un’affondata prepotente. A quei tempi i ragazzi di casa, in tribuna, prendevano nota, così negli ultimi anni anche Massimo Barbisan ha detto la sua con qualche notevole schiacciata.


Questo "soggetto schiacciante non identificato" è Mattia Franzoni

48. Le giganti e le tascabili
Fra le giocatrici del Memorial Mauri le differenze di statura e stazza sembrano maggiori che tra gli uomini, dove i fisici sono più omogenei. Le giganti storiche del torneo, protagoniste anche quest'anno, sono Valentina “Micia” Gatti e Alessandra Calastri, entrambe intorno ai 192 centimetri, spalle possenti ma anche mani morbide nel tiro da fuori, mobilità e intelligenza. Hanno vinto un premio a testa di miglior giocatrice. Ma la più alta della storia di Binzago è stata la lituana Lija Kuzmaite, brianzola d'adozione: giocò nel 2006 con i VamPiri e oltre che per l'imponenza dei suoi 196 cm spiccava per una maglia del connazionale Sabonis (mitico pivot degli anni '80-90) da lei indossata nei dopo-partita tra l'invidia dei collezionisti... Fra le piccolissime, 160 cm o forse meno, si sono fatte apprezzare, in passato, ragazze come Marzia Germani (vinse un titolo coi Trolli: nella finale 2006 una palla strappatale con poco garbo da Max Guerrato, quasi 2 metri, scatenò un putiferio) e Chicca Vertemara, gran tiratrice al pari dell'ultimo esempio di “tascabile di successo”: Valentina Ceccato dei Grimy, campionessa della gara da 3 punti nel 2016.

49. Personaggi mix (1): uomini
Valerio Antonini: ala piccola stile "genio e sregolatezza", giocò una finale con gli attuali Belli Freschi (persa nel 2009), poi portò la Tazza per la prima volta in semifinale nel 2011. La sua specialità era chiudere le partite tirando all'indietro da metà campo con percentuali incredibili: nel 2009 fece 2 su 2 (di uno c’è il video su YouTube: lo realizzò allo scadere della semifinale vinta contro i Trolli)...
- Gianluca Borghi: ancor più genio e follia, ma tanto loquace quanto era taciturno Antonini; soprannome "il Santo" presumiamo autoironico, capace di giocate di talento assoluto ma anche di improvvisi blackout. Emblematico fu un quarto di finale tra il Cachuccho dello Zio (una delle 3 squadre in cui ha militato: le altre sono i Mos Angelini e gli Zero sul Pagellone) e i Grimy, in cui realizzò un campionario di canestri cruciali ma regalò il supplementare agli avversari con un'inspiegabile stoppata in parabola discendente... Non ha mai vinto il titolo, forse non gli è mai interessato fino in fondo, ma di sicuro ha divertito molto gli spettatori. Anche con l'abbigliamento: la mutanda in vista è stato spesso il marchio di fabbrica del suo look binzaghese in partita.

50. Personaggi mix (2): donne
– Yadiletsy Rios: ex ala-pivot della nazionale femminile cubana, giocò i Mondiali 1998 prima di trasferirsi in Lombardia dove nel 2008 trascinò il Geas Sesto in A1. Con la sua apparizione a Binzago, anche se solo per 2 partite (e 40 punti, con movimenti in area che strapparono applausi a scena aperta), nell'edizione 2013 con i 9 Metri di Dimensione Artistica, è la giocatrice dal curriculum più prestigioso della storia del torneo.
– Elisa Zanon: suo padre è il mitico Lorenzo, pugile che nel 1980 combatté per il titolo mondiale dei massimi. Lei, un'ala classe '82 da Lentate, fisico potente e buona mano dalla media e carattere "tosto", è stata per 6 edizioni (e 260 punti) un pilastro degli attuali Belli Freschi, con cui vinse il titolo nel 2003. L'anno dopo si presentò al torneo da scudettata con la Comense. Con Rios ebbe una mitica litigata in campo quando giocavano insieme a Biassono, ma a Binzago non si sono mai incrociate...

51. Lanzani e Maiorano, mister e miss 1000
Stesso anno di nascita (1982), stessa edizione di debutto al torneo (2004) e da un po' di tempo anche stessa squadra (Fuskugnaskamukula). Soprattutto, stesso istinto realizzativo "da cannibali" che non si accontentano mai: se hanno già segnato 20 punti, vogliono arrivare a 30; e in ogni partita, non importa se facile o difficile, se prima fase o finalissima. Attenzione, però: non per il gusto fine a se stesso di riempire il tabellino, ma per determinazione a portare alla vittoria la propria squadra, a costo di sembrare fin troppo seri e incazzosi.
E' così che Masha Maiorano e Alessandro Lanzani sono diventati i super-realizzatori della storia del torneo: gli unici nel "club dei 1000 punti". Proprio nelle semifinali di quest'anno, lui ha raggiunto lei, che aveva già sfondato la barriera da un paio d'anni ed è la miglior marcatrice assoluta con oltre 1200. Un totale pazzesco se si considera che la seconda della lista, un'altra grande come Marcella Filippi, ha appena sorpassato i 500... Meno abissale fra gli uomini il vantaggio di Lanzani, che però ormai si è ben distaccato dagli altri "eroi" della sua generazione: potrà provarci in futuro qualche giovane con le sue stesse doti realizzative, ma anche con altrettanta dedizione al Memorial Mauri. Alla fine è questo che fa la differenza.


Lanzani festeggia (ma a denti stretti perché aveva perso la partita, quella sera...) il primato nella classifica realizzatori maschile "all time"

52. La lunga rincorsa di "Furla" e "L"
Luca Furlanetto, classe 1981, e Andrea Solaini, in arte “L” (1973), si assomigliano poco: uno è alto e sottile, è taciturno fuori dal campo (dove gestisce una galleria d’arte), in campo ama parlare con le sue triple da 8-9 metri; l’altro è più basso e compatto, ha la parlantina sciolta (fa il telecronista sportivo) e preferisce i tiri dalla media e le penetrazioni. In comune hanno un’onorata carriera sui parquet di Serie B e C, e una altrettanto apprezzata a Binzago come leader storici degli Amici del Piazz (Furlanetto, nona edizione per lui) e del Cachuccho dello Zio (Solaini, 11 partecipazioni). Altra analogia: se c’è un pallone decisivo per la loro squadra, al 90% finirà nelle loro mani, perché non si tirano mai indietro...
E in comune fra i due c’è purtroppo anche il numero zero nella casella “titoli vinti”, sia di squadra sia individuali: più per una serie di circostanze sfortunate che per loro demeriti. Nella classifica marcatori di tutti i tempi sono i due più in alto a non aver mai conquistato il torneo. Un’ingiustizia che forse, quest’anno, uno dei due potrà sanare.
(Aggiornamento giugno 2018: Furlanetto ha poi dominato le finali del 2017, conquistando titolo e "mvp" oltre a diventare inaspettatamente idolo del pubblico locale).

53. Flego, "Leader" dentro e fuori dal campo
Capelli brizzolati, statura sui due metri, mano morbida anche dalla lunga distanza, resistenza alcolica infinita e parlantina scioltissima: Alessandro Flego non passa inosservato né in campo né alle tavolate, di cui è protagonista fisso da un decennio, cioè da quando è sbarcato al torneo con il suo Montenegro Team, di cui è "Leader" di soprannome e di fatto.
Ex portiere di calcio, è arrivato tardi al basket agonistico, ma ha rapidamente bruciato le tappe, fino a guadagnarsi una chiamata prestigiosa dall'Aurora Desio: con talento e intelligenza del gioco ha compensato la relativa mancanza di "background" cestistico. Negli ultimi anni, giunto ormai alla soglia dei 40, si è dedicato a un nuovo progetto, il Sanfru, squadra del quartiere S. Fruttuoso di Monza da cui proviene: con altri elementi del Montenegro ha scalato due categorie in un amen. A Binzago ha collezionato due quarti posti, un premio di "personaggio-simpatia" e gratitudine eterna dallo staff della cucina...

54. Filippi, la giocatrice totale
Nel 2006, quando partecipò al suo primo Binzago con gli Amici del Piazz (la sua unica squadra al torneo; in alcune edizioni anche col fratello Michele), era una 21enne timida, che non sgomitava per mettersi in mostra in una squadra piena di grandi individualità. Pure l'anno dopo, quando vinse il titolo, agiva da "spalla" della più affermata Maiorano. Ma s'intuiva un potenziale fuori dalla norma: già nel 2007 fu la prima donna a sfiorare la vittoria nella gara del tiro da 3. Giocatrice in grado di fare tutto, con uno statuario e atletico 1.85 abbinato a eleganza, mano morbida e una gamma completa di movimenti vicino e lontano da canestro: quando ha aggiunto personalità e consapevolezza, la sua carriera è decollata. Non solo al torneo (dove poi si è laureata miglior giocatrice e miglior marcatrice), ma anche e soprattutto nel basket "reale", in cui si è costruita una carriera significativa in A1 entrando nel giro della Nazionale, anche di quella 3 contro 3. A riprova della sua grande versatilità.
(Aggiornamento giugno 2018: Filippi ha vinto nel 2017 il suo secondo titolo con i Piazz ed è stata nuovamente 'top scorer'; è diventata campionessa del mondo 3 vs 3 con la maglia dell'Italia. Purtroppo per trasferimento in Veneto la sua carriera al torneo è almeno per ora conclusa).


Marcella Filippi svetta nella finale 2017

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